Adattabilità e Flessibilità: i soft skill che non possono mancare nella valigia dei manager

L'arte di essere flessibili

Negli articoli precedenti abbiamo visto quali sono i soft skills e l’importanza che questi svolgono in ambiente lavorativo e aziendale oltre che personale. Abbiamo inoltre approfondito il tema della creatività analizzando alcune tecniche per diventare coach di noi stessi e allenare il nostro cervello e le competenze legate alla leadership in ambiente scolastico. Oggi parleremo di una competenza trasversale fondamentale, non solo nella vita lavorativa ma anche nella vita di ogni giorno: l’arte di essere flessibili.

 “The art of life lies in a constant readjustment to our surroundings.”
Kakuzo Okakura

Cos’è la flessibilità e perché non possiamo farne a meno

Prima di tutto capiamo cosa significa flessibilità. La definizione che possiamo trovare di flessibilità sulla Treccani è:

“Capacità di un sistema (economico) di adattarsi ai mutamenti della realtà.”

Possiamo dire che la flessibilità come soft skill riguarda la capacità di adattare liberamente i propri pensieri, atteggiamenti e comportamenti ai cambiamenti che sopraggiungono nella nostra vita privata o lavorativa.

Perché è importante la flessibilità nel mondo attuale?

Il cambiamento è un dato di fatto nella vita di tutti noi. Viviamo costantemente grandi e piccoli cambiamenti, nella vita privata e nel nostro lavoro. E se questo principio è valido da sempre, oggi lo è più che mai. In particolare le aziende devono adattarsi alle dinamiche di un mercato che si modifica costantemente, aggiungendo ogni giorno nuove complessità da gestire. Pensiamo per esempio a cosa significhi oggi per le piccole e medie imprese intraprendere un percorso di digital transformation, innovando prodotti e servizi e ripensando i propri modelli di business. È faticoso, difficile, a volte estenuante ma essenziale per rimanere - o diventare - un’impresa di successo.

Per ottenere questi risultati, le imprese hanno necessità di “avere a bordo” persone svincolate da schemi precostituiti. Servono risorse in grado di adattarsi alle esigenze dei clienti, alle mutevoli tecnologie e ai nuovi ruoli lavorativi. Devono avere competenze trasversali ma anche conoscenze tecniche e devono sapersi contaminare nel mondo.

Ma proviamo a vedere la cosa dalla prospettiva del lavoratore. L’azienda in cui ti rechi ogni giorno ha continue richieste: vuole flessibilità negli orari, capacità di adattarsi all'assegnazione di nuove e diverse attività quotidiane... e anche le modalità con cui devi svolgere le mansioni sono sottoposte a cambiamenti più o meno rapidi. Ma non solo: devi stare al passo con le tecnologie e conoscere i trend dell’attualità e del mercato. Se sei un manager devi sapere cosa accade fuori per poter innovare “dentro” l’azienda. E il fuori va veramente veloce.

Risultato? Spesso i lavoratori che vivono questo stato di continuo cambiamento nel lavoro sono stressati. Per fronteggiare questa dinamica ormai imprescindibile nelle nostre vite serve una visione del cambiamento che non solo ci porti a comprenderlo e ad accettarlo ma addirittura a cercarlo come fonte di crescita e soddisfazione personale.

Le dinamiche in gioco nel percorso di adattabilità

Alla base di ognuno di noi ci sono le emozioni, i sentimenti. I nostri comportamenti scaturiscono da queste sensazioni interiori. Le emozioni sono quindi un elemento fondamentale della nostra sfera comportamentale.

Alcune persone sono naturalmente adattabili – sperimentano con piacere, affrontano con naturalezza e positività cambiamenti e imprevisti e tendono spontaneamente a modificare spesso abitudini e routine. Lo puoi notare per esempio da come si vestono, perchè cambiano spesso stile, o modificano con velocità le proprie preferenze personali: il tipo di ristorante preferito, la musica che ascoltano, i locali che frequentano, ecc.

Se sei flessibile di natura, significa che sei in grado di adattarti senza fatica a circostanze e ambienti di lavoro mutevoli, un po’ come un “camaleonte”.

Se invece sei il tipo di persona sempre organizzato, che ha un elenco di "cose ​​da fare" e non ti piace quando insorge un imprevisto che altera i tuoi programmi o devi gestire task che non sono sulla tua lista, il tuo carattere non è naturalmente predisposto alla flessibilità, possiamo dire che tendenzialmente sei poco “adattabile”.

Tuttavia, qualunque siano le tue propensioni naturali, la buona notizia è che l’arte di diventare adattabile e flessibile si può imparare. Attraverso l'esperienza diretta, con l’osservazione di colleghi, amici e parenti che hanno già acquisito questa capacità di adattamento e soprattutto attraverso quella che viene definita intelligenza emotiva.

Dagli anni ’90 a oggi gli studi sull’intelligenza emotiva e sulle cosiddette competenze trasversali (soft skills) hanno dimostrato che, nell’ottica dei risultati, le capacità comunicative e personali sono molto più importanti del Q.I. A differenza del Q.I. che rimane invariato nel corso della vita di un individuo, l’intelligenza emotiva può essere sviluppata.

Nel suo articolo Why adaptability is key to success, Rob Waugh giornalista ed esperto di nuove tecnologie, evidenzia come la flessibilità sia una capacità sempre più importante. Citando una ricerca di Barclays LifeSkills, riporta che il 60% delle imprese intervistate ritiene che l'adattabilità sia diventata più importante rispetto al decennio precedente e il 20%, lamenta la mancanza di questo skill specifico tra le risorse umane. La cosa positiva che Waugh sottolinea però, è che la flessibilità si può allenare e che questo training non deve essere solo rivolto ai giovani laureati e ai dipendenti ma anche e soprattutto ai manager.

Come allenarsi alla flessibilità: la regola del 6

Quando si parla di adattabilità e flessibilità, lo skill da raggiungere è quello di sentirsi a proprio agio oltre la nostra comfort zone, in situazioni critiche o scomode.

Si parte da due semplici domande:

  • Come affronti le situazioni stressanti o come reagisci quando qualcosa va storto?
  • Qual è la tua reazione di fronte a cambiamenti o problemi imprevisti che si verificano durante un progetto?

Essere flessibili non vuol dire accettare passivamente tutto quello che ci succede o essere permeabili a questi eventi pensando che non abbiano alcuna influenza su di noi, ma essere in grado di reagire positivamente e di sviluppare nuove tattiche per affrontare il cambiamento.

È proprio questa capacità di reagire con prontezza e positività di fronte ai cambiamenti o a situazioni sgradevoli, il motore che aiuta a sviluppare rapidamente le strategie migliori per trovare nuove soluzioni.

Quali sono quindi gli aspetti su cui lavorare per coltivare flessibilità e adattamento positivo? Ecco i 6 passaggi fondamentali:

  1. Flessibilità intellettuale: è importante mantenere una mente aperta. Se consideri ogni imprevisto che trovi sul tuo cammino non come un imprevisto ma come una nuova informazione, la chiave sarà quella di integrare le nuove informazioni nella tua analisi di scena traendone nuove conclusioni, passando in modo fluido dal dettaglio al quadro generale.
  2. Reattività al cambiamento: non paralizzarti di fronte a situazioni impreviste o sgradevoli. Impara a vedere i cambiamenti come sfide positive, stimoli per apprendere nuovi modi per raggiungere traguardi e obiettivi. Sposta le tue priorità in risposta alle esigenze di una situazione nuova.
  3. Creatività: attiva le risorse presenti nella tua mente, il tuo pensiero laterale e l’esperienza pregressa, alla ricerca di nuovi modi di fare le cose senza aver timore di improvvisare o sperimentare.
  4. Adattabilità: adatta il tuo stile di lavoro e i tuoi metodi di apprendimento in modo attivo e proattivo, per soddisfare le esigenze di una situazione imprevista o di un'emergenza.
  5. Buona comunicazione: Esprimiti chiaramente, mettendo le tue idee e capacità a disposizioni di colleghi e collaboratori. Applica sempre l’arte di ascoltare con attenzione. Accogli le idee e le opinioni degli altri senza pregiudizi.
  6. Positività: Prova a dire Sì! invece di dire di subito No!

Flessibilità e Formaggio!

Spencer Johnson, autore e ideatore di ‘One minute manager’, ha ideato una storia dove attraverso semplici metafore, ci insegna che cambiare il nostro atteggiamento personale è il primo e significativo passo per affrontare il cambiamento intorno a noi.

Chi ha spostato il mio formaggio?” è un libricino di poche pagine (si legge in meno di 40 minuti). Possiamo definirla una parabola moderna, che se viene letta senza pregiudizi e con occhi attenti, porta con sé alcune semplici verità che ci insegnano come accettare e gestire i cambiamenti che ognuno di noi deve affrontare continuamente nel mondo odierno per trarne vantaggio anziché stress e preoccupazione.

Gli insoliti protagonisti di questa storia sono 4 creaturine. Due topolini e due gnomi. Simili nelle dimensioni, diversi negli atteggiamenti. I quattro, vivono in un Labirinto alla costante ricerca del ‘Formaggio’ che li nutra e li renda felici.

Ma cosa succede quando quella che pensano essere la loro personale risorsa infinita di Formaggio si esaurisce?

I due topolini, che agiscono in modo semplice e diretto, non saranno sorpresi dal cambiamento e lo affronteranno in tempo reale, come sempre hanno fatto prima, partendo alla ricerca di nuovo ‘Formaggio’.

I due gnomi, con i loro complessi meccanismi di analisi e ragionamento e le loro paure e passioni, resteranno profondamente turbati dal cambiamento che in un primo momento li renderà passivi e terrorizzati. Ma poi affronteranno anche loro il cambiamento, muovendosi a piccoli passi e lasciando scritto sui muri del Labirinto le lezioni imparate durante il cammino a mo’ di monito.

I due topolini con i loro comportamenti impetuosi e rapidi stanno a simboleggiare gli aspetti istintivi di ognuno di noi. I due gnomi, riflessivi e (a volte fin troppo) ragionevoli, simboleggiano invece la nostra parte razionale.

Anziché cercare di immedesimarsi in uno o nell’altro dei quattro personaggi e dei loro tratti caratteristici, l’autore vuole indicare che in ognuno di noi, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla cultura o dal Paese di origine, convivono sia la semplicità dell’istinto che la complessità della logica.

La metafora del Formaggio, rappresenta quello che ognuno di noi individua come il ‘Successo’ (soldi, salute, un buon lavoro, una bella casa, successo, ecc.). Anche se il Formaggio può avere quindi natura diversa in base alla concezione personale che ognuno di noi ha della buona riuscita nella vita, tutti aspiriamo a possederlo e soprattutto quando riusciamo ad assaggiarlo, spesso ne diventiamo dipendenti e quando lo perdiamo o ci viene sottratto rimaniamo profondamente turbati.

Il labirinto dove vivono i personaggi, rappresenta il luogo in cui ognuno di noi vive, lavora e passa il suo tempo alla ricerca dell’oggetto dei suoi sogni. Può essere la nostra azienda, il mercato, la comunità, la famiglia.

Qualunque sia il nostro personale ‘Formaggio’, quello che dobbiamo prima di tutto imparare da questa storia è che oggi il nostro ‘Formaggio’ viene continuamente spostato.

La necessità di trovare la nostra via nel labirinto per affrontare con successo il cambiamento, sarà il motore che ci spingerà a scegliere quale comportamento adottare di volta in volta per trovare il nostro personale ‘Formaggio’.

Le scritte sul muro ci ricordano infatti che il cambiamento è inevitabile, ci sarà sempre qualcuno che sposta il nostro formaggio!

Dobbiamo: prevedere il cambiamento; controllare il cambiamento; adattarci rapidamente al cambiamento; cambiare i nostri schemi e atteggiamenti; apprezzare il cambiamento; essere pronti a cambiare rapidamente e soprattutto con gioia sempre maggiore.

Se riprendiamo quindi la definizione di flessibilità che abbiamo visto all’inizio, la possiamo ora completare così:

La flessibilità come soft skill riguarda la capacità di adattare liberamente i propri pensieri, atteggiamenti e comportamenti ai cambiamenti che sopraggiungono nella nostra vita privata o lavorativa, vedendoli come un’opportunità di creare qualcosa di nuovo e migliorare anziché opporre resistenza e cercare di rimanere ancorati al vecchio assetto delle cose.

 

Per approfondire:

 

Telegraph.co.uk

Researchgate.net

 

29 - Come sviluppare i soft skill: la creatività

25 - Come sviluppare i soft skill: la creatività 2

21 - Marketing per Piccole e medie imprese