Indice degli argomenti
Great Resignation: un fenomeno in aumento esponenziale
Ripopolare i piccoli borghi: da utopia a proposta di legge
Work life balance e smart working
Great Resignation: un fenomeno in aumento esponenziale
Come ama dire Andrew Barnes, fondatore di Perpetual Guardian, "Se non stai reinventando il futuro, stai solo riprogettando il passato". È tempo di guardare avanti buttando il cuore oltre l’ostacolo. La pandemia ha infatti attivato un processo di cambiamento epocale, tanto che qualche giornale recentemente ha parlato del capitalismo come un “meccanismo che si è inceppato”.
La Great Resignation, il fenomeno che si riferisce a un incredibile aumento delle dimissioni da parte dei lavoratori dal proprio attuale posto di lavoro, è l’esempio forse più chiaro di quanto sta accadendo anche in Italia. Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2021, tra aprile e giugno 2021 quasi mezzo milione di persone ha dato le dimissioni. Nella sola regione del Piemonte, a settembre, al rientro dalle vacanze estive, si sono licenziati i 15 mila piemontesi. A ottobre 16 mila. E il trend continua a crescere.
Ripopolare i piccoli borghi: da utopia a proposta di legge
Ma non è il solo esempio di come la realtà sia cambiata: la proposta di ripopolare un piccolo borgo, che una manciata di anni fa sembrava quasi anacronistica, è oggi all’attenzione delle istituzioni, tanto che il Dott. Francesco Maria Spanò, membro del CTS del club i borghi più belli d’Italia ne ha fatto una proposta di legge, che ha come obiettivo la promozione dello sviluppo dello Smart Working nei borghi d’Italia, per incentivarne il ripopolamento progressivo e permanente, e per migliorare la qualità della vita dei lavoratori. Nella stessa direzione va il miliardo di euro stanziato dal PNRR cultura per lo sviluppo di progetti culturali, turistici e di rilevanza sociale nei piccoli Borghi, oltre che “residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali” per favorire il ripopolamento.
La pandemia ha cambiato le regole: la nostra socialità, il nostro modo di rapportarci alla quotidianità, il nostro modo di lavorare e di vivere. E se il Covid19 ha un merito, è stato forse quello di aprire nuove possibilità nella difficile ricerca di equilibrio tra vita privata e lavoro.
Work life balance e smart working
Il work life balance, il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro, è un tema da sempre in cima alle agende di HR Manager, CEO, imprenditori di piccole e medie imprese e dei dipendenti. Anche noi abbiamo affrontato il tema all'interno della nostra azienda qualche anno fa e in tempi "non sospetti" abbiamo adottato lo smart working in azienda (ne abbiamo parlato in questo articolo)
La pandemia ha dato la spinta che forse mancava ad alcune aziende nel trasformare i progetti in realtà.
Molti dipendenti hanno beneficiato della possibilità di scambiare lunghi trasferimenti sul luogo di lavoro per dedicarsi maggiormente alla famiglia o ai propri hobby. Anche gli stessi imprenditori e manager sono rimasti stupiti da quanto la produttività possa essere la stessa, o addirittura aumentare, pur non avendo i propri dipendenti in ufficio.
Smart working: alcuni casi di successo
La strada verso un nuovo modello di lavoro più agile è ancora lunga ma molte aziende l’hanno intrapresa con successo e soddisfazione da parte del management e dei propri dipendenti.
PA Advice
Società di consulenza focalizzata sulla pubblica amministrazione (43 dipendenti, età media 35 anni), ha introdotto da qualche mese una definitiva riduzione del lavoro settimanale da 40 a 36 ore, lasciando invariati gli stipendi.
HP
HP ha lanciato il programma Work That Fits Your Life, il lavoro che si adatta alle nostre vite, che si basa sul principio di fiducia reciproca tra il lavoratore e l’azienda e che prevede, tra le altre cose, la possibilità di decidere in autonomia da dove lavorare, il congedo retribuito al 100% di 26 settimane per i nuovi genitori (sia mamme che papà), e il “Wellness Friday”, ovvero la possibilità di uscire dal lavoro 3 ore prima un venerdì al mese.
Accenture
Ha lanciato il programma Thriving Mind per i propri dipendenti, un'esperienza di auto-apprendimento che insegna a dare priorità alla salute e al benessere mentale, fornendo degli strumenti per imparare a riconoscere e gestire lo stress prima che si trasformi in burnout.
Il programma prevede una formazione continua per sviluppare abitudini più sane, assistenza e psicologica per i dipendenti e le loro famiglie. L’azienda ha inoltre sperimentato l’easy Friday: niente call o riunioni urgenti di venerdì pomeriggio.
A2A
La società da Febbraio 2022 sperimenta New ways of working, un nuovo modello di organizzazione “ibrido” per oltre 3.300 risorse. I dipendenti hanno a disposizione una “quota di lavoro agile” per le attività da remoto, programmata non in giorni settimanali ma in “quote di tempo” variabili (a seconda delle mansioni) calcolate su base mensile o bimestrale che variano dal 20% al 60% del totale delle ore lavorative.
Il modello di A2A introduce un rimborso spese per i costi sostenuti dal lavoratore nello svolgere le proprie attività da remoto che verrà corrisposto per ogni giornata di smart working, oltre al riconoscimento di un buono pasto di valore equivalente a quello ottenibile in presenza.
Collins SBA
L'azienda australiana di consulenza finanziaria, ha iniziato alcuni anni fa a introdurre forme di lavoro più flessibile con l'intenzione di migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata per i membri del team. L’idea era quella di lavorare in modo più efficace e in equilibrio con gli impegni famigliari. Durante le ore centrali dalle nove all'una, tutti i membri del team dovrebbero essere in ufficio, ma c'è una certa flessibilità sugli orari di inizio e di partenza. Secondo l’azienda il risultato è stato soddisfacente: i genitori possono andare a prendere i bambini a scuola e, in un caso, un dipendente appassionato di golf ha migliorato il suo handicap.
Ma non sono i soli: molti altri giganti aziendali hanno archiviato l’idea di ufficio standard per abbracciare la nuova normalità di lavoro agile (Twitter, Siemens e molti altri ne sono un esempio).
Smart working privati 2022
Le istituzioni hanno recentemente affrontato il tema dello smart working nel privato, in un Protocollo nazionale che detta le linee guida per la contrattazione collettiva valide a partire dal 1° gennaio 2022 e che si inserisce in questo processo di trasformazione mondiale che ha un significativo impatto sull’organizzazione del lavoro e che pone le basi per un futuro di lavoro agile.
Per conoscere tutti i contenuti del protocollo nazionale vai al prossimo articolo.